Sono più di nove mesi che ci dobbiamo quotidianamente confrontare con il Coronavirus e con le restrizioni che la lotta al Virus ci impone...siamo sicuramente molto stanchi. Non conta quanto possiamo condividere le norme e le raccomandazioni del governo e degli amministratori, la stanchezza ci coinvolge e ci riguarda tutti. Stanchezza che è dovuta soprattutto al forte carico emotivo a cui siamo sottoposti.
Situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo enfatizzano pesantemente stati emotivi segnati dalla paura, dall'ansia, dalla tristezza, dalla rabbia: emozioni e sensazioni sgradevoli e fastidiose che normalmente ci sono di estrema utilità, ma che ora abbiamo difficoltà ad accettare ed elaborare correttamente.
Pensiamo alla paura e alle sensazioni d'ansia che possiamo provare quando ci confrontiamo con i rischi rappresentati dal coronavirus. Nel breve termine queste emozioni possono essere estremamente utili, perché aumentano il nostro livello di attenzione e ci permettono di correre meno rischi. Nel lungo termine, invece. certe sensazioni rischiano di diventare un carico emotivo eccessivo; l'ansia può diventare così un problema patologico e molte persone rischiano di sviluppare problemi di attacchi di panico.
Pensiamo invece al fastidio e alla rabbia che avvertiamo ogni volta che, per limitare la circolazione del virus, viene imposta una nuova restrizione, sensazioni che può provare anche chi condivide l'entità dei provvedimenti. Anche questo tipo di rabbia può essere utile, perché può aiutare a non arrendersi e a non farsi prendere dallo sconforto, contribuendo a incanalare risorse e energie nella salutare ricerca di nuovi obiettivi. A lungo andare, però, la rabbia rischia di perdere la sua utilità, e quando uno non sa più come utilizzarla o come sfogarla essa può essere introiettata, portando chi ne è vittima a sviluppare problematiche di tipo depressivo.
Cosa possiamo fare quindi per migliorare la nostra situazione ed evitare di essere vittime delle nostre emozioni?
Dobbiamo anzitutto pensare che non siamo gli unici a vivere questa terribile esperienza: la pandemia ci ha travolti tutti, e tutti ne stiamo subendo le conseguenze. Questa consapevolezza ci può aiutare a sentirci meno soli, e a condividere con affetti e amici le nostre preoccupazioni e la nostra sofferenza.
Nonostante le limitazioni che dobbiamo affrontare, i rapporti sociali rappresentano una delle risorse più importanti; infatti, se è vero che è importante mantenere il distanziamento fisico, questo non si deve automaticamente tradurre in un distanziamento sociale. Certo, è dura rinunciare ad abbracci e carezze, alla fisicità; non dobbiamo però sottovalutare l'importanza della presenza emotiva, la possibilità di esserci gli uni per gli altri. Affetti ed amici possono aiutarci ad affrontare questo difficile periodo della nostra vita, e noi a nostra volta possiamo essere per loro un'importante risorsa, non dimentichiamolo.
C'è un'altra importante emozione che possiamo sperimentare con facilità in questo periodo, ed è la tristezza. La tristezza è il ricordo di gioie passate che temiamo di non poter più sperimentare; anche in un periodo come questo, in cui ogni speranza sembra poterci abbandonare, la tristezza non va comunque soffocata. Al contrario dobbiamo ascoltarla, perché ci può essere di grande aiuto: essa infatti ci ricorda di cosa abbiamo bisogno e cosa può farci star bene, e ci invita ad agire affinché certe gioie non restino sepolte nel passato, ma possano tornare al più presto a colorare il nostro presente